venerdì 12 gennaio 2024

Corea 40 - Scene da un matrimonio

La sposa - Jeonju . Corea del sud - ottobre 2023


Una Tea room

Al mattino presto (intendo le 8 passate naturalmente) la nostra guesthouse è ancora completamente addormentata. Anche il gentilissimo gestore non si fa ancora vedere nella grande cucina dagli spazi comuni. Solo quattro signore con foulard colorati, all'apparenza malesi o indonesiane, si sono già date da fare per preparare la colazione, che qui è a carico dei singoli utenti. Non riesco ad attaccare bottone in quanto ci manca una lingua comune e d'altra parte le signore non sembrano entusiaste di iniziare una conversazione anche se le sorprendo più volte a buttare sguardi di sottecchi. La curiosità, oltre ad essere donna, vive sotto tutti i meridiani, si direbbe, ma, dopo un mio bofonchio di Italy, Italy, rimasto comunque disatteso, non andiamo oltre. Invece, padella alla mano comincio la preparazione di uova a gogo e toast, la mia dieta costante nelle ferie extraeuropee, anche perché generalmente rimarrà il pasto più importante della giornata. Anche la macchinettta del caffè svolge egregiamente la sua funzione anche se la opzione cappuccino, non funge affatto. Intanto arriva il tizio sempre sorridente, che si informa su cosa abbiamo visto ieri e se il bibimbap è stato di nostro gradimento. 

Museo del vino

Mentiamo spudoratamente, mentre lui con sguardo soddisfatto controlla con la coda dell'occhio se ho lavato bene la pentola delle uova. Intanto arrivano altri avventori e la sala comincia a prendere vita. Tutti Coreani, apparentemente o comunque orientali. E' arrivato però il momento per ributtarci verso il paese (dei balocchi), dova al mattino sembra esserci molta meno gente in giro. Ci prendiamo la giornata con tutta calma, per passeggiare ed assaporare l'atmosfera del posto. Intanto, diamo un'occhiata ad una serie di piccoli musei vicino al fiume che raccontano un poco l'anima del luogo, attraverso il lavoro di piccoli artigiani/artisti. Il primo è una sorta di museo del vino di riso, una delle specificità coreane, che ne racconta tutta la storia e le modalità tecniche della produzione, principalmente e storicamente familiare. Il tutto comunque è anche una occasione per mostrare la bellezza di linee della ceramica coreana che si esprime soprattutto nella produzione di piccoli e medi contenitori di ceramica del tipo celadon, per il vino stesso. Piccole bottiglie, bicchieri e altri contenitori di grande eleganza e purezza di linee. 

Museo del ventaglio

Da queste parti sono sempre stati maestri di design anche quando questa parola ancora non esisteva e lo vedi nelle line squisite e belle, non saprei usare altra parola, che disegnano i contorni di questi oggetti, anche solo nella loro purezza di colorito unico azzurro/verde, elegantissimo. Il relativo assaggio del prodotto richiama poi ad un piccolo acquisto, tanto qualche souvenir o ragalino dovrai pure portarlo a casa! Poco vicino, il museo del ventaglio che, accanto ad una vastissima serie di ventagli di epoca, risalenti anche all'800 e qualche cosa anche di precedenti, racconta oltre alle modalità costruttive della tradizione, anche tutta la produzione moderna di un artigiano artista locale, esponendo una serie di suoi bellissimi lavori. L'artista è lì e propone i suoi lavori, ma senza insistenza, di certo magnifiche opere d'arte, ma dai prezzi assolutamente congrui alla loro unicità ed intento. Qui emerge tutta l'abilità orientale di creare bellezza con pochi tocchi di pennello e di suscitare emozione raffigurando soprattutto piccole cose, richiami alla natura, ricerca di serenità. Mi viene alla mente subito la semplicità letteraria, estremamente complessa degli Haiku giapponesi, forse la forma più difficile di poesia, così apparentemente semplice e facile da comporre, mentre nella realtà è così difficile e complessa nel distinguersi dal banale. 


Set per la calligrafia

Forse è proprio questa attitudine che dà a questo paese la sensazione di tranquilla accettazione della vita, per carità forse sarà solamente una patina superficiale, ciò che ho sentito, ma questo è quello che traspare e se pensiamo che in questo paese solo in settimana sono arrivate un paio di centinaia di cannonate dal nord e un po' di minacce varie di lancio di missili atomici, visto che il confine è ad una cinquantina di chilometri, non ci sarebbe poi tutta questa ragione di essere allegri e spensierati, eppure se sei qui e non ascolti notizie della stampa internazionale, non ne avresti assolutamente la preoccupazione, né la sensazione di precarietà di un destino che da un momento all'altro può trasformare il tuo paese in una delle tante terre maledette del globo, dove la gente non sa più come fare per esternare il suo insopprimibile carico d'odio. Il cicciolone, vicino incomodo, non ce la fa a stare cheto, se per un po' non esterna maledizioni e guarda verso l'alto per ammirare le scie luminose dei suoi missili, ma non è contento e non è sereno neppure lui. Qui si fa finta di niente e non capisco come sia possibile, dato che si tratta comunque di una democrazia dove le notizie vengono date anche nei telegiornali. 

Poesie

Forse la barriera della lingua è tale che tutto questo sentiment non arriva al visitatore straniero ed in più c'è anche l'attitudine orientale alla naturale riservatezza, fatto sta che qui tutti sembrano felici e non preoccupati. Questa è la strana realtà. Intanto a pochi metri lungo il fiume andiamo a vedere anche il museo della scrittura e della calligrafia, altro campo in cui la spinta del vicino cinese, ha di certo contribuito in maniera preponderante. La splendida e complessa scrittura cinese si presta assai all'esercizio calligrafico, trasformato in vera e proprio campo specifico di attività artistica, non per nulla per scrivere si usa il pennello ed i lavori dei maestri sono effettivamente creazioni grafiche di grande spessore a cui si accoppia anche il contenuto letterario e delle immagini che eventualmente vi si accompagnano. Qui ricordiamo che la grafia cinese era l'unica utilizzata fino al 1500 anche per vergare il coreano, quando il desiderio di semplificazione portò un sovrano illuminato ad inventare un alfabeto fonetico semplificato che rendesse la scrittura alla portata di strati più vasti della popolazione. Tuttavia ormai l'abitudine c'era e anche il limitato numero dei segni coreani è riuscito a dare la possibilità di creare opere calligrafiche davvero interessanti. 

Dal ponte

Qui sono raccolti lavori di grandi maestri che danno un bel colpo d'occhio al visitatore e consentono comunque di capire perché questa forma d'arte sia così apprezzata. Fuori, devi per forza fermarti almeno un po' sul padiglione che domina il ponte che scavalla il fiumiciattolo che bordeggia la città. D'altra parte questa è una slow city e stare un po' seduti a guardare le rive bordate di salici piangenti che sfiorano la corrente colorandola di verde pallido e che formano la veduta più rappresentata nei secoli di tutta la pittura di genere coreana, vale decisamente la pena. Certo che poi alla fine c'è la menata di rimettersi le scarpe, è vero, ma questo succede un po' dappertutto se vuoi entrare a vedere i lucidissimi pavimenti di legno dipinto degli interni delle costruzioni di ogni tipo. Quindi scarpe da togliere e mettere comodamente, mi raccomando se no sono maledizioni continue che fanno a pugni con il mood del luogo e non vi fanno nenche digerire bene. Intanto, sorpresa, si mette a piover per un'oretta, giusto il tempo per sorbire un buon thé caldo in una tea room tradizionale, sempre senza scarpe e non lamentiamoci che poi è solo la seconda volta in un mese. Poi intanto esce il sole anche se ormai la temperatura di fine ottobre è un po' frescolina e ti fa tirare su il bavero, mentre il sudore della camminata si ghiaccia piacevolmente lungo la schiena (devi adeguarti e tutto deve sembrarti comunque piacevole qui, se no ti senti fuori luogo). 

Gli sposi

Proseguendo lungo il fiume trovi molte altre costruzioni che appaiono ancora decisamente originali, probabilmente quelle che costituivano il vero hanok di un tempo, sulle quali non si è ancora, ma fino a quando, scatenata la brama restauratrice dei valorizzatori, intenzionati a trasformare le deliziose case di un tempo, in esercizi commerciali, locali e strutture ricettive per ospiti bramosi di provare la vita della tradizione del bel tempo che fu, uscendo la mattina felici di aver dormito per terra, magari con il collo un postorto e dolorante. Bellissime per carità, con giardinetti e cortili perfettamente curati, ma al nostro occhio di occidentali smagati, solleticano di più le vecchie case dalle tegole un poco sbrecciate ed le travi consunte dal tempo. In fondo al paese, ecco infatti le costruzioni della scuola confuciana, ancora molto ben conservate, anche se chiaramente non restaurate più di tanto, con i cortili successivi, le abitazioni e le sale cerimoniali, di preghiera e meditazione. Capisci subito che il luogo è piacevole perché è evidentemente richiesto ed affittato anche per svolgere cerimonie varie. Infatti, guarda caso si sta celebrando un matrimonio o quantomeno la festa dello stesso e come mi sembra giusto, non possiamo fare a meno di imbucarci come nostro solito, facendo finta di niente. 

Un'amica
Così mentre gli invitati banchettano, placé, come si dice, nel giardino e si tratta di un rinfresco di una certa importanza almeno a vedere i piatti di portata che girano sul braccio di camerieri inguainati e compunti, gli sposi si danno da fare con le foto di rito nel vicino giardino addobbato di tutto punto, in un programma molto simile al nostro, con il coinvolgimento dei vari amici, dei genitori che girano tra la gente, agghindati in complessi costumi tradizionali e di invitati vari, invece in completo scuro all'occidentale che gravitano intorno come farfalle in amore, ma al contempo mangiando ai quattro palmenti. Gli sposi sono due bei ragazzi giovani che sembrano davvero felici e contentoni, la sposa di più, come è giusto. Tutte le ragazze, diciamo le amiche, vengono fornite di un bel mazzo di fiori per le foto. Fiori e bellezza, questa è una costante tipica coreana e questa è la stagione dei crisantemi, appunto. I bambini, non molti in verità, sono confinati invece in una apposita area giochi, un cortiletto dove ci si può divertire con tutta una serie di giochi tradizionali coreani, come una sorta di tiro al piolo col ferro di cavallo o al tentativo di far cadere bastoni all'interno di un contenitore, lanciandoli di lontano. Visto che non siamo stati invitati a partecipare, qui non siamo in India, ritorniamo verso il centro dove impazza lo street food di mezzogiorno.

La scuola confuciana


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Gli amici della sposa

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