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Ragazze - Corea del sud - ottobre 2023 |
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On bus |
Siamo arrivati all'ultima tappa; come sempre arriva il momento in cui il viaggio sta per finire e anche se non sei ancora al momento in cui tirare la riga, avverti già la sensazione che la precede. C'è un po' la fretta di chiudere il cerchio e anche un po' la voglia di tornare a casa. Stavolta però ci tocca il bus economy, ma tranquilli anche se i sedili della fila sono quattro invece che tre, si sta sempre più comodi che sui nostri e la strada fila via alla stessa velocità. Abbiamo lasciato Jeonju con calma a mezza mattina per poter arrivare a Seul central poco dopo mezzogiorno. Così nelle tre orette che servono a raggiungere la capitale hai il tempo di ragionare un po', ad esempio sul problema del turismo invasivo. In sostanza si considera oggi che il turismo sia alla fine una cosa assolutamente perniciosa e che stravolga i luoghi oggetto dell'interesse della gente che ama spendere il suo tempo a girare il mondo, tempo perso secondo alcuni e soprattutto quando questo riguarda zone periferiche che ancora mantengono forti diversità culturali o aree dagli equilibri delicati siano essi naturalistici che artistici. Come sempre, a mio parere è un errore considerare il tutto bianco o tutto nero, ma bisognerebbe limitarsi ad indagare tutte le infinità di sfumature di grigio, ben più delle cinquanta canoniche che il problema propone alla discussione.
E' di certo vero che una massa esagerata di gente sottopone una località particolare ad uno stress anomalo che inevitabilmente la danneggia nella sua integrità intrinseca, in particolare nelle sfumature che ne determinano proprio il suo interesse specifico. In breve può corromperne la cultura, cambiando decisamente ed in breve tempo abitudini e pensiero ed altrettanto velocemente gli aspetti naturalistici possono venire danneggiati, anche in maniera irreparabie, proprio da quei tanti spettatori, spesso molto invasivi con comportamenti ed abitudini, e questa è la parte indubbiamente più negativa, ma bisogna considerare anche che l'afflusso porta con sé anche aspetti assolutamente benefici, posti di lavoro, afflusso di ricchezza e quasi sempre un miglioramento delle condizioni di vita. Siamo davvero sicuri che gli abitanti di alcune zone del pianeta siano così scontenti dell'aumento di qualche opportunità lavorativa ed a strascico di una maggiore fruibilità di mezzi materiali? Certo se si aprono banchetti o negozietti di souvenir si corrompe la purezza dei luoghi, ma qualche cosa rimane comunque per chi vive lì e i miglioramenti nel tenore di vita si vedono, se li vuoi vedere naturalmente. E la cosa mi sembra sostenibile anche solo dal punto di vista morale, non puoi considerare giusto che un'area di degrado e povertà continui a rimanere tale solamente perché è oleograficamente interessante e "diversa".
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Seul in centro |
Anzi dovresti rallegrarti se le condizioni di vita migliorano in generale per quella gente e riescono meglio a mettere in tavola qualche cosa, se poi riescono anche a comprarsi una bicicletta e poi un motorino ancora meglio, senza che tu, che cerchi di guidare a casa tua due macchine contemporaneamente, li critichi perché così inquinano di più. E anche se è vero che i luoghi architettonicamente o naturalisticamente fragili che non sopportano un numero esagerato di visitatori, vanno protetti, ci si deve pensare con limitazioni ai comportamenti scorretti o comunque caricando un piccolo costo ad ognuno da utilizzare proprio nella loro protezione. D'altra parte il bello piace a tutti ed alla sua fruizione tutti hanno diritto ed è difficile pensare che stante l'aumento costante e malthusiano della popolazione, oltre che al miglioramento della loro capacità di spesa, il loro numero non aumenti in modo esponenziale. Il fenomeno è quello, come le migrazioni e non puoi pensare di fermarlo se non ti piace, al massimo puoi tentare di regolamentarlo al meglio. Se poi un componente di una tribù isolata, riesce ad avere dei Jeans e a mangiare tutti i giorni bevendosi anche una Coca, conpulsando un telefonino, invece di accendere il fuoco coi legnetti per arrostire un topo cacciato con un tiro di arco, pazienza, dovresti eticamente esserne contento, non dispiacerti per le foto perdute.
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Gadget |
Va beh, dici tu, pensieri in libertà, intanto i grattacieli di Seul sono ormai intorno a noi e Central, con la sua enorme stazione è dietro l'angolo. Fatichiamo un po' a trovare il taxi, ma qui non è come a Roma e dopo un po' eccoci al nostro amato Bewon, dove la famigliola del nostro amico Hung ci aspetta carica di sorrisi e dove ormai ci sentiamo un po' a casa. C'è anchenil ragazzo adolescente che essendo domenica e non dovendo andare a scuola aiuta a fare le camere. Vogliono subito sapere come è andata e se ci sono stati problemi e poi ci accompagnano fino in camera trascinadoci il valigione, vista la fatica con cui io ormai fingo di fare le scale, scusandosi mille volte perché l'unica disponibile era proprio al terzo piano. Bene, visto che il tempo come al solito scarseggia usciamo subito per cercare di vedere quello che abbiamo tenuto come ultime chicche nella capitale, anche perché sono armai quasi le tre. Tuttavia la giornata parte già un po' storta. Ormai siamo quasi alla fine di ottobre e comincia a fare più frescolino, ha voglia di piovere e ogni tanto qualche cosa viene giù provocando ulteriore fastidio nel girare all'esterno.
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Gangnam |
Comunque, con la metro arriviamo fino a Gangnam, il quartiere più moderno ed avveniristico della capitale, con i grattacieli più recenti ed i locali di tendenza, dove vanno anche tutte le celebrità locali a vivere la nuova Corea, quella dei K-drama, del lusso e del design. Infatti in giro vedi giovani coi capelli tagliati come nelle serie, vestiti da manga giapponesi le ragazze, da rapper orientali biondi i maschi, variamente crestati o rasati in parte a seconda dei gusti, mentre le vetrine sono tutte un fulgore di marchi del lusso e via. Il quartiere è stato reso famoso soprattutto dal K-pop nel 2012, con il successo mondiale del tormentone Gangnam style, del cantante Psy, che tutti avrete visto fino alla nausea. Purtroppo non avevo considerato che è domenica e quindi molti negozi sono desolantemente chiusi, così come la famosissima libreria più grande del mondo, della quale dovremo accontentarci delle foto sul web. Così evitiamo anche il megamall COEX e facciamo la via centrale pedonale, la cosiddetta food street, piena di locali di conforto molto moderni e di tendenza, come si dice, tanto per avere una sensazione e intanto incameriamo la seconda delusione.
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Samsung center |
Desideravo infatti perdermi nel museo del futuro ospitato nel grattacielo della Samsung, che si dice, presenti tutto quanto in progetto per i prossimi decenni nel campo della elettronica di consumo, raccontato come possibilità di vedere futuristiche realtà aumentate e altre meraviglie digitali quasi fantascientifiche anche se del tutto reali e già realizzate. Sembra infatti che questa azienda abbia in saccoccia (come anche le altre ovviamente) un sacco di novità e brevetti, già tutti tecnicamente fattibili, ma considerati ancora troppo avanzati per il momento e che utilizzerà nel tempo, quando saranno almeno ammortizzati quelli in giro attualmente, pensiamo solo ai telefonini con gli schermi pieghevoli appena usciti e così via. Si parla di televisori giganti che si arrotolano come fogli di carta et similia. Ahimè! L'avveniristico palazzo, uno dei cinque della compagnia, cubi neri di cristallo che occupano una grande porzione su un angolo del corso, è circondato dagli steccati e desolantemente chiuso e non perché è domenica, cosa che sarebbe anche stata logica, ma perché è in restauro e non riaprirà con nuove meraviglie se non tra qualche mese. Pazienza anche se ci tenevo parecchio, la mia fame di tecnologia futura rimarrà assolutamente inappagata anche questa volta. E questa mi va proprio di traverso. Uno dei dispiaceri che avrò infatti, quando sarò il momento di andarmene è proprio la curiosità per tutta la tecnologia a venire che non potrò vedere e tantomeno utilizzare. Sarà per la prossima vita.
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Street food |
SURVIVAL KIT
Da Jeonju a Seul central - Bus ogni mezz'ora, durata circa 2,30 H. Circa 11 € l'economy. Dal centro di Jeonju alla stazione dei bus in taxi, 10 minuti, circa 6000 W. Dalla stazione di Seul Central all'albergo in zona dei palazzi di Jongno, 18.000 W.
Gangnam - Quartiere del lusso e molto di moda al momento, dove troverete le ultime espressioni dell'arte e del design nei locali e nelle costruzioni. Si raggiunge con la metro 2,3,7 e 9- Da vedere: il centro commerciale COEX mall, uno dei più grandi del mondo, quasi 9 ettari che contiene anche la famosa Biblioteca Starfield e l'Acquario; il palazzo museo Samsung che dovrebbe riaprire da marzo 2024; la trade tower di 228 metri e un Kimchi museum; per gli appassionati, il Kikkiwon, sede mondiale del Taekwando, sport nazionalecoreano; Il Simone museum, che espone borse dal 1500 ad oggi e qualche tempio e altre tombe. Oltre naturalmentealle vie della moda ed i grattacieli più moderni della capitale.
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Frutta caramellata |
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