da Micromega |
Non si può fare a meno di ritornare di tanto in tanto, preoccupati, sullo stesso argomento. Bisogna farcene una ragione, la guerra sta scivolando, sembra inevitabilmente, verso il baratro. I fatti sono lì da vedere. I due contendenti non sono intenzionati in alcun modo a mollare il punto e continueranno fino alla consunzione, obbligati a questo, dal loro fronte intero, a cui non di può dare altro che la vittoria finale. Gli USA sono interessati, privi come sono di visione futura, alla continuazione del conflitto all'infinito, per indebolire uno dei loro nemici storici, per mettere sempre più in crisi economicamente e politicamente l'Europa e mostrare alla Cina che hanno le palle, in vista del prossimo conflitto a base Taiwan, assieme ai Britannici che dopo la Brexit sono completamente diventati una appendice d'oltreoceano e che hanno i loro interessi energetici. I confinanti, giustamente, sono terrorizzati dalla presenza dell'Orso che appena digerito il primo pasto passerebbe a loro. La NATO è soddisfatta, in quanto può fare un test molto valido sul campo invece che sulle prospezioni teoriche, smaltisce arsenali vecchi e dà lavoro alla lobby delle armi. Gli unici che avrebbero davvero interesse a piantarla lì e che hanno il massimo del danno sono gli Europei, ma i governi hanno le mani legate da molte panie, motivi etici (come si può lasciare che sia fatto strame dei trattati internazionali), motivi di alleanze (vuoi come vuoi, ma siamo nella NATO e ne manteniamo gli obblighi), motivi politici (tutte le cancellerie sono ufficialmente schierate su una posizione attiva). Quindi questa situazione, se non interviene qualche novità sostanziale, come ho detto, non può non portare che verso una soluzione tragica.
Anzi due. Anzi tre. La meno grave per il mondo è che continui l'equilibrio tra le parti, con consunzione progressiva di entrambi, cosa auspicata dagli USA, temuta dalla Cina e subita dall'Europa che ne avrebbe però un danno prevalentemente economico. La seconda è che solo l'Ukraina esaurisca progressivamente le sue forze e non bastino più gli aiuti in materiale da parte dell'Occidente, in questo caso diventerà inevitabile la discesa in campo delle forze NATO come si dice con gli stivali sul terreno e la guerra diventerebbe a questo punto diretta con la Russia. Il terzo scenario vede una sconfitta sul campo della Russia e questo sarebbe il più tremendo, perché a questo punto Putin, fidatevi di quello che dico, dato che conosco un poco quel mondo, utilizzerebbe un'arma nucleare e precisamente lo farà nell'area tra Cherson e la centrale di Zaporigia. Ora io spero ardentemente che di fronte a questi due ultimi scenari, tutti i decisori abbiano un piano preciso da seguire, perché se no, se tutto rimane in mano all'improvvisazione del momento, saranno come si dice c**zi amari per tutti. Ora è chiaro che la maggioranza delle opinioni pubbliche specialmente le europee sono contrarie ad andare avanti su questa strada e mollerebbero tranquillamente al loro destino Ukraini e company, interessati, anche comprensibilmente, solo alle loro bollette del gas, ma anche questa strada non sarebbe una soluzione praticabile, sia perché Putin andrebbe poi avanti con il suo progetto, sia perché nel resto del mondo ci sono molte situazioni critiche che stanno solo aspettando di vedere cosa succede per agire di conseguenza. Tutto il Medio Oriente è una polveriera in attesa di far scoppiare le polveri, nei Balcani, la Serbia non aspetta che la dimostrazione che ogni stato può fare quel che gli pare per far saltare il coperchio della guerra ex-Yugoslava, la Cina poi freme sui blocchi di partenza per invadere Taiwan, per poter stornare l'attenzione dai suoi grossi problemi interni.
Dunque anche seguire questa strada presenta una serie di pericoli, non sottovalutabili. Tutto sommato la prima strada è quella, pragmaticamente, meno dolorosa per il mondo, ma per perseguirla in attesa che, come in molti altri casi l'incendio si spenga da solo per esaurimento di combustibile, bisognerebbe utilizzare una tattica esattamente opposta a quella che si sta svolgendo in questo momento. Adesso, Europei per primi, si assiste ad una politica di annunci roboanti, forse per spaventare l'avversario che a sua volta si sfoga dando del coglione a chi fa i proclami. Per chi conosce il russo, basta leggere la dichiarazione di Mevdeiev per vedere che questo è esattamente il significato letterale, ancorché edulcorato dai media. Quindi dichiarazioni roboanti, seguite da fatti nominali. Manderemo carri armati grossi, lunghi e duri! Poi nella realtà sarà qualche decina, che non vedo come potrebbero influire in maniera decisiva sul conflitto. Tuttavia questo produce una sensazione di escalation che costringe l'altra parte a fare e dire le stesse cose, con un effetto finale di marciare verso il finale rovinoso delle due ultime opzioni. A mio parere invece bisognerebbe fare l'esatto contrario. Dichiarare continuamente che bisogna sedersi al tavolo, non parlare mai di aiuti e armi e nella realtà mandare gli aiuti necessari a mantenere l'equilibrio, facendo capire sotto sotto, a chi di dovere la filosofia del Whatever it takes. Ufficiosamente deve passare il messaggio al Cremlino che non si vuole distruggere la Russia e soprattutto abbattere l'attuale centro di potere (sarebbe un gravissimo errore, vedi Saddam, Gheddafi, e così via), ma che non sarà mai accettato il contrario. Ma assolutamente tutto sotto traccia e tra grandi sorrisi, negando di inviare ufficialmente qualunque tipo di armamento che non sia aiuto umanitario, senza minacce di tribunali internazionali, sfracelli di cattivi ceceni e così via. Leggetevi l'arte della guerra di Sun Tzu, che non era un cretino. Poi fate quel che vi pare tanto io, di anni da vivere ne ho più pochi e sono poco sensibile quindi ai danni a lungo termine delle radiazioni e comunque speriamo che me la cavo.
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