giovedì 25 gennaio 2024

Corea 51 - Considerazioni finali

Tetto del Changdeokgung - Seul - Corea del sud - ottobre 2023


Così siamo arrivati al momento di tirare le somme, cercando di spremere, dopo tutte queste pagine spese, il succo di un discorso generale che porti in sé tutto quello che il viaggio ti ha dato, ciò che con ogni probabilità ti rimarrà dentro come ricordo per sempre, anche se non è detto che tutto questo corrisponda davvero alla realta, ma di certo possa essere inficiato o deformato da episodi particolari. Inoltre, come sempre, tutto viene condizionato dalla presunzione di aver capito un paese in tre settimane, cosa davvero insensata, ma alla fine non si può fare diversamente e se è vero, come dice una pubblicità, che il giudizio, anche questa, che orrenda parola, te lo formi nei primi sette maledetti secondi, anche tre sole settimane potranno bastare per avere una idea di massima convincente. Ormai sono passati un paio di mesi dal mio ritorno, tempo sufficiente per lasciare sedimentare i ricordi e le emozioni a caldo, con un rimescolamento della memoria che a sua volta è assai utile per mediare, smussare asperità e attriti e portare le sensazioni su un piano meno emotivo e si spera più aderente al reale, se pur solo percepito e non si potrebbe pretendere diversamente per uno straniero che oltretutto arriva da un altro mondo e deve interpretare cose tanto lontane dalla sua cultura e dalle sue abitudini. 

Così, fatta la premessa di rito, che appare sempre come il classico disclaimer per togliersi le responsabilità, eccoci al momento di buttare giù quelle considerazioni che vengono naturalmente alla mente quando si torna da un paese visitato con la curiosità di vedere, di interpretare, di tentare di capire. Evidentemente la Corea del sud, per diverse motivazioni, storia, cultura, situazione geopolitica del tutto particolare, è un paese particolarmente interessante per infilarsi in questo discorso, tuttavia se mi si chiedesse di riassumere tutto quello che mi sono portato a casa in questo viaggio di esplorazione e conoscenza, con una sola parola, non avrei dubbi. L'unica che mi viene costantemente alla mente e che mi sembra riassuma perfettamente la sensazione che mi ha dato questo paese, è: piacevolezza. Non riesco a definire diversamente il sentimento di gradevole tranquillità nel trascorrere il tempo di fronte a tante, innumerevoli cose, luoghi e situazioni che ti invitano solamente a passare le ore in maniera serena e godendo delle belle piccole cose. L'atmosfera generale della Corea del sud è davvero improntata a questo mood, la gente che incontri per la strada o in ogni occasione, contribuisce a creare una generica situazione di mancanza di stress, nella quale avverti sempre sorrisi, atteggiamenti cortesi e non frettolosi, assenza di nervosismo, sincera partecipazione ai tuoi problemi. 

E' pur vero, mi direte voi, che questo è l'aspetto che noi occidentali, cogliamo più spesso nel mondo di quell'Oriente estremo, in cui ogni cosa sembra attutita, in cui raramente senti alzare la voce e gli atteggiamenti delle persone che incontri, almeno formalmente sono improntati ad una cortesia così piacevole e rasserenante, per noi che arriviamo da un mondo nervoso e così disposto al litigio continuo. Ma vivere in questo modo non è mica male, anche perché tutto questo si traduce anche nella forma e nella disposizione di ambienti, di vita comune, della stessa progettualità civica. Una spiegazione, non so quanto vicina alla realtà, potrebbe provenire dal fatto che questo paese non si è mai posto aggressivamente contro i suoi vicini, sempre più potenti, anzi, da questi, e molte volte nei secoli passati, è sempre stato aggredito, invaso, vilipeso anche in maniera orribile, con azioni tanto più esecrabili, quanto ripetute, dalle quali la popolazione coreana ha sempre cercato di difendersi certo, ma mai con quella volontà di rivalsa e di ricerca di vendetta, che forse sarebbe stata anche comprensibile, anzi ha spesso cercato di attutire, nascondere, quasi far finta di essersi dimentica delle offese passate. E questo probabilmente è connaturato nel carattere degli abitanti e ne ha accentuato quella sorta di mitezza che ti sembra di respirare per le strade anche oggi. 

Per carità, non è che anche qui non ci siano manifestazioni o proteste, ne abbiamo viste qualcune, ma di tono decisamente differente che da noi, gente immobile e silenziosa che tuttalpiù espone dei cartelli con il motivo del loro dissenso. Intanto l'intonazione del paese, per lo meno quello che si vede nelle strade, è quello di un livello di vita media ragionevolmente soddisfacente, senza povertà esibita o contrasti sociali molto evidenti. Lo stato sembra piuttosto presente, i servizi sembrano decisamente efficienti, all'apparenza tutto sembra funzionare con una certa precisione, per lo meno noi non possiamo fare a meno di confrontarlo con le nostre deficienze strutturali ed in via di costante peggioramento, mentre laggiù, se proprio devo fare una battutaccia, gli autobus arrivano in orario. Difficilmente in giro trovi qualcosa di rotto o malfunzionante; c'è molta pulizia e ordine, anche il cittadino sembra tenere allo stato della cosa pubblica e inoltre vedi pochissima polizia in giro. Ad esempio,lo stato perfetto delle toilettes pubbliche, che qui trovi in grandissimo numero dappertutto, dice, già da solo, molto del livello di civiltà di un paese. Non voglio poi sottolineare ancora la grande sensazione di sicurezza che senti dappertutto e a tutte le ore. 

Puoi girare per la metro di notte e trovi ragazze anche sole che rincasano tranquillamente senza patemi, per non parlare della tranquillità assoluta in materia di furti, criminalità varia e similari, ma questo è abbastanza comune in quasi tutto l'oriente, figlio sicuramente di una mentalità. ereditata forse dalla lezione confuciana, più rispettosa della cosa pubblica e dell'etica sociale. Però è certo che in un mondo di questo genere, si vive meglio sotto questo aspetto. Certo è avvabtaggiati dal fatto di non avere la pressione di una immigrazione clandestina e al contempo di avere di fronte grandi mercati economici in espoansione, almeno fino ad ora, ma quanto meno ha il merito di avere puntato sullo sviluppo e sulla ricerca con la consueta e meticolosa laboriosità orientale, senza per altro dimenticare l'aiuto della potente presenza americana che a causa degli interessi geopolitici facimente immaginabili, ha dato una grossa mano, anche se adesso sembra diventare sempre meno gradita. Per il resto il paese è un bellissimo misto tra una modernità prepotente, basti guardare l'invasività digitale in ogni aspetto della vita, la quasi assenza del contante, a cui tutti, giovani ed anziani, sono ormai perfettamente abituati e l'attaccamento alla tradizione, presentissima in atteggiamenti, stili di vita e situazioni più varie. 

Così potrete passare tranquillamente da spettacoli di realtà aumentata, grattacieli di cristallo ed ambienti futuristici, a sale da thè nel quartiere a fianco, dove ascoltare musica con strumenti antichi, in abito tradizionale, dopo aver lasciato le scarpe fuori dalla soglia. Così la Corea ti presenta continuamente questa mescolanza di cose da vedere ed assaporare di gusto: quartieri avveniristici dove aggirarsi con il naso in aria per apprezzare le soluzioni di architetti tra i più spericolati dell'ultima generazione e hanok tradizionali, dove la vita sembra ferma al secolo scorso; ascolterai musica di scatenati gruppi k-pop per le strade, che si alterneranno, magari sullo stesso palco a quintetti che pizzicano le corde dell'arpa coreana e le ocarine di coccio. E il pubblico è lo stesso segno che le apprezza entrambe senza rifiutarne gli aspetti positivi comuni. Quello che vedi in giro comunque è la costante presenza di moltissimi giovani che girano, si divertono e passano il tempo in compagnia. Difficile capire come mai l'anziano frequenta meno la strada o gli spazi comuni, eppure anche qui il problema della denatalità sembra importante, visto che si vendono sempre di più passeggini per cani e gatti di quanti ne vengano prodotti per bambini. 

Un'altra cosa che certamente colpisce, contribuendo ad una generica sensazione di fiabesco, è un generale atteggiamento che si potrebbe definire naif di fronte alla varie situazioni, come le continue posizioni giulive assunte durante i selfie di fronte ad ogni cosa, i gridolini di gioia e meraviglia, la costante presenza di peluche e personaggi di cartoons in ogni oggetto, insegna o accessorio e molto altro, che potresti configurare come un atteggiamento di ingenuità verso la vita. In ogni caso girare per questo paese vi metterà di fronte a molte cose belle e assolutamente meritevoli di essere viste o vissute, anche se in fondo nessuna di queste potreste definire come assolutamente eclatante, tale da non poter essere vissuto senza averle viste. Nessun tuffo al cuore da sturmund drang, niente sindromi di Stendhal che vi lascino senza fiato, ma solo una continua e ripeto, piacevolissima esposizione al bello, senza macchie disturbanti. Vedrete templi dove è così gradevole rimanere in silenzo davanti a sale dove un solo monaco prega scandito dal suono cristallino di una campanella; passeggerete tra le case antiche di paesi di secoli passati che mantengono la umile bellezza di una bucolica vita di campagna; salirete su sentieri in  mezzo a foreste di alberi dalle foglie dorate dei ginko o rosso vivo degli aceri, belle anche senza tronchi millenari.

E poi seguirete una costa rocciosa ed aspra ma senza la furia dell'oceano che vi si abbatte; camminerete su sabbia dorata che vi solleticherà i piedi di fronte ad un mare azzurro, sicuri di trovare all'uscita una pistola ad aria per mondarvi della rena rimasta sui pantaloni; berrete the in locali dall'arredamento minimale ma elegantissimo; gusterete cibi di strada esposti perché attirino clienti per la loro perfetta bellezza. Ma soprattutto sarete sempre in estatica ammirazione di fronte alla continua presenza di fioriture che occupano spazi sconfinati, interi campi, aiuole e giardini tra i quali non troverete mai la volgare carnosità delle morbose orchidee che esibiscono la loro sensuale ed esagerata lussuria, ma piccoli, delicati e deliziosi fiori di campo, crisantemi dalle tinte delicate, umili roselline che fanno innamorare. Come sempre qui trionfa la bellezza ed il piacere delle piccole cose. Così anche nell'elenco del monumento o dello spettacolo naturalistico, non trovi colossei, né archi trionfali, ma tombe reali sotto monticelli ricoperti di prati verdi; non vedrai castelli di Versailles o regge spettacolari, ma costruzioni in legno con sale spoglie e giardini segreti; niente Niagara o Iguaçu, ma cascatelle gorgoglianti che finiscono in mare tra colonne di neri basalti. Minimalismo delizioso e purissimo come le linee di design netto e senza fronzoli, che i Coreani tanto ammirano. Il profumo dei mandarini, i ventagli decorati di carta fatta a mano, i segni di calligrafia minuta vergata da lievi pennelli, i ricami leggeri, quasi nascosti, la bellezza della misura, della distanza dall'esagerazione. 

Insomma nel suo insieme un paese che ti può incantare proprio per la sua mancanza di eccessi, pur essendo molto avanzato sotto ogni aspetto, nella tecnologia e nella cultura, come dimostrano le sue affermazioni in tanti campi dell'arte, le avanguardie delle arti figurative, nella musica e nel cinema che vanno affermandosi nel mondo. Infine un ultimo aspetto che non mancherà di colpirvi come visitatori, è che in ogni caso ci troviamo in una parte del mondo sottoposto alla minaccia continua di uno stato di guerra mai conclusa, che, anzi, periodicamente si affaccia con minacce di invasioni e di catastrofe nucleare a cui il suo nervoso e bizzarro vicino la sottopone, per cui sentirete sempre aleggiare questo aspetto di orgoglio nazionale per una unità desiderata e mai raggiunta. Per questo ritengo che una visita alla DMZ, benché ammantata dall'aspetto folkloristico di un turismo spassionato e un po' propagandistico, sia da fare, proprio per avvertirne la reale incombenza e quello che può significare nel non detto di ogni giorno presso questa popolazione a cui di certo l'abitudine, conferirà un certo naturale scudo psicologico, ma che non è mica una cosa tanto da ridere. Comunque per concludere, direi che una visita, da programmare con cura, è una cosa che consiglio assolutamente, tanto per non arrivarci come me in modo del tutto casuale ed inatteso, dato che le mie intenzioni per questo ottobre erano del tutto diverse. Ne sarete di certo soddisfatti, per il piacere sottile che proverete durante il viaggio e anche per la tranquillità con cui procederete nel vostro itinerario, visto che come ho più volte sottolineato, in Corea è tutto facile e difficlmente incontrerete delle difficoltà fastidiose a cui, a volte è sottoposto il turista. Il fatto poi che il costo delle vita sia inferiore al nostro, in quasi tutte le necessità che avrete sul posto, non guasta di certo. Dunque, assolutamente buon viaggio! 


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